Perché vi consiglio questo libro.
Perché sulla parola “femminismo” girano molti significati, ma forse il più interessante e completo è quello che da Chimamanda. A chi le chiede “Perché la parola ‘femminista’? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì?”
Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema di genere. Vorrebbe dire tacere che le donne sono state escluse per secoli. Vorrebbe dire negare che il problema di genere riguarda le donne, la condizione dell’essere umano donna, e non dell’essere umano in generale. Per centinaia di anni il mondo ha diviso gli esseri umani in due categorie, per poi escludere e opprimere uno dei due gruppi. È giusto che la soluzione al problema riconosca questo fatto. […] La mia definizione di “femminista” è questa: un uomo o una donna che dice sì, esiste un problema con il genere così com’è concepito oggi e dobbiamo risolverlo, dobbiamo fare meglio. Tutti noi, donne e uomini, dobbiamo fare meglio.”
 
Nel libro ci racconta tante cose. Ci racconta di come, da bambina, a scuola, pur essendo la più brava della classe non le è stato assegnato il ruolo di capoclasse perché, secondo la maestra, capoclasse lo diventava il primo della classe sì, ma fra i maschi.
Ci racconta di quando ha dato la mancia ad un parcheggiatore, ma questo ha ringraziato  solo l’uomo che stava con lei perché “quell’uomo credeva che, se avevo dei soldi, dovevano venire da Louis. Perché Louis è un uomo”.
Ci dice anche: “Facciamo un pessimo lavoro con i ragazzi, nel modo in cui noi li alleviamo. Noi soffochiamo l’umanità dei ragazzi. Definiamo la virilità in modo molto limitato. La virilità diventa questa piccola gabbia rigida e noi mettiamo i ragazzi dentro la gabbia. Insegniamo ai ragazzi ad essere spaventati dalla paura. Insegniamo ai ragazzi ad essere spaventati dalla debolezza, dalla vulnerabilità. Noi gli insegniamo a mascherare la loro vera essenza, perché devono essere, come dicono in Nigeria, ” uomini duri!”.”
Nel testo ci parla con semplicità e naturalezza di tante cose, del genere, del modo errato in cui si pensa al genere, ci parla delle scuse con cui si chiudono le conversazioni sul genere, chi parla di tradizione, chi di biologia, chi di cultura, ma la cultura è in continua evoluzione.
“La cultura non crea un popolo. Il popolo crea una cultura.”
Non vi dico altro, perché sennò ve lo trascriverei tutto. Ma Chimamanda Ngozi Adichie ha fatto centro, tutte e tutti noi dovremmo leggerlo e rileggerlo e rileggerlo ancora, per aiutare il mondo a divenire più giusto ed equo, nel benessere e nell’interesse di tutte e tutti.

Buona lettura dalla libraia!


Titolo: Dovremmo essere tutti femministi
Autrice: Chimamanda Ngozi Adichie*
Traduttore: F. Spinelli
Editore: Einaudi
Collana: Vele
Prima uscita: 2015
Età: + 14
Formato: 10,5×18
Pagine: 44 p., Brossura
ISBN: 978880622708-1
Prezzo: € 9,00
Argomento: Femminismo, pari opportunità, uguaglianza, stereotipi maschi e femmine, genere.
Ovviamente lo trovate nella Bottega di TUedIO. Acquista ora.

* L’autrice Chimamanda Ngozi Adichie. È nata a Enugu, in Nigeria.Le sue opere principali sono Ibisco viola (Fusi orari), storia incentrata sui traumi causati da un padre fanatico religioso; Metà di un sole giallo (Einaudi), che narra la vicenda di due sorelle sullo sfondo della guerra del Biafra e Americanah (Einaudi), un romanzo ambientato tra gli Stati Uniti e la Nigeria. Nel 2005 ha vinto il Commonwealth Writers’ Prize per la categoria “First Best Book” con il libro Ibisco viola; nel 2009 ha ricevuto in Italia il premio internazionale “Nonino” per Metà di un sole giallo. Nel dicembre del 2012 Adichie ha parlato di femminismo per TEDxEuston in un intervento dal titolo We should all be feminists. Il suo discorso è stato in parte campionato nella canzone del 2013 Flawless della cantante statunitense Beyoncé, attirando ulteriore attenzione. Nel maggio 2015 l’intero intervento è stato pubblicato da Einaudi nella collana Vele con titolo Dovremmo essere tutti femministi.

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